AppassioDante – n. 0

“La migliore scelta possibile per celebrare questo anniversario è quella di riscoprire ancora una volta qualche perla del grande tesoro della Divina Commedia. Ecco allora un prezioso contributo, per il Dantedì 2021 – 25 marzo – che partendo da una parte del Canto XIX del Paradiso, ci offre la comprensione dell’universale giustizia divina di Dante. L’ampiezza della visione dantesca riveste un’attualità disarmante, considerando che le terzine del Paradiso – commentate dalla prof.ssa Francesca Favaro – offrono un contributo teologico tuttora valido inerente a questioni care alla prospettiva interculturale e interreligiosa che caratterizza l’ISSR di Padova”.

 

«Poeta dei teologi, teologo dei poeti»
A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri

Prof. Giulio Osto – ISSR di Padova

Quest’anno celebriamo i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri (1321-2021). In occasione del sesto centenario dalla morte, papa Benedetto XV scrisse la Lettera Enciclica In praeclara summorum (30 aprile 1921) e papa Paolo VI definì Dante «signore dell’altissimo canto» nella Lettera Apostolica Altissimi cantus del 7 dicembre 1965, in occasione del settimo centenario della nascita (1265-1965)… continua a leggere qui

 

Nel mare dell’essere,
la giustizia

Prof.ssa Francesca Favaro
Docente di Lettere al Liceo “Tito Livio” di Padova  e Vicedirettore del Centro di Ricerca “Lo Stilo di Fileta”

Della giustizia compiuta in terra dagli uomini – o piuttosto, della rarità con cui essa si realizza – Dante ebbe, nel corso della sua vita, non solo coscienza teorica, bensì anche diretta, e assai amara, esperienza.
Con il passare degli anni, sorretto da un’irrinunciabile, interiore fierezza e reso via via più “tetragono”[1] da avversità cui mai volle cedere, il poeta, il politico che era stato espulso dalla natia Firenze tramite una (orchestrata) accusa di baratteria non riesce più a sorprendersi della protervia audace con la quale i suoi simili mistificano i propri intenti, millantando fini onesti cui sono in effetti estranei: dell’ingiustizia umana, nelle sue variegate forme, non si sorprende, ma continua a indignarsene, proclamando come un titolo d’onore la condanna comminatagli da una congerie di disonesti e corrotti. … continua a leggere qui

 

 

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